UN GARIBALDINO A CASA GIACOMETTI Roma 1849-1943

A poche decine di metri dall’entrata di Villa Doria Pamphili, un curioso edificio giallo, dal caratteristico profilo alto e stretto, segnala lungo la Via di S.Pancrazio l’arrivo alla storica Osteria Scarpone, antico luogo di svago e piaceri culinari immortalati dal colorito soprannome affibbiato da Giuseppe Garibaldi al rustico gestore, reo di avere sempre le scarpe sporche di fango per via dell’intensa frequentazione dell’orto da lui tenuto ad uso della sua verace osteria fuori porta. Garibaldi, che la frequentò assiduamente durante il suo soggiorno romano, amò infatti particolarmente questo luogo, ove soleva consumare un parco pasto seduto all’aperto all’ombra della vegetazione, con il fido cavallo legato poco distante.

Il simpatico soprannome, ancor oggi segno identitario di un ristorante molto apprezzato al Gianicolo, nacque tuttavia in un contesto storico tutto particolare, quello della Repubblica Romana del 1849, che proprio sul colle gianicolense visse la gloriosa epopea della sua strenua difesa contro le truppe francesi giunte in città per ripristinare il potere pontificio.

Sullo sfondo di quegli epici combattimenti, consumatisi tra l’aprile e il giugno di quel memorabile anno e che videro protagonisti il fiore della gioventù dell’epoca in armi per un’Italia unita e repubblicana, si staglia la vicenda di questo piccolo casale sin dal Settecento noto col nome di Casa Giacometti posto in prossimità dell’ingresso dell’allora Villa Corsini (oggi Villa Pamphili) che divenne, per ordine di Garibaldi,avamposto di enorme importanza strategica durante la difesa di Roma del 1849.

La  sua storia, rievocata dalle vive voci dei protagonisti dell’epoca, è ricostruita dal piacevole ed agile volume di Giovanni Adducci – presentato al Museo della Repubblica Romana  e della memoria garibaldinasabato 10 dicembre alle 16.00 promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale -Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – che partendo dal ruolo giocato dall’edificio nel quadro della rievocazione storica e militare della breve vita della Repubblica Romana, valica  poi il novecento per giungere sino alla seconda guerra mondiale, quando il casale divenne rifugio, nel sottostante ipogeo tardoantico, per intere famiglie ebree in fuga dalle persecuzioni naziste del 1943.

Un filo rosso di grande suggestione attraversa nel volume la narrazione degli eventi, passando anche per interessanti approfondimenti storici sulla sanità a Roma alla metà dell’Ottocento e sulle caratteristiche dell’armamentario bellico in campo negli scontri del ’49; filo rosso che si spinge poi fino al suggestivo racconto orale sul passato a noi più prossimo, raccolto dall’autore con piglio antropologico dai testimoni di una Roma che non c’è più e che aprono imprevedibili e intriganti squarci anche sul nostro presente.

Ne parleranno: Mara Minasi, responsabile del Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina,Aldo Ricci, soprintendente emerito dell’Archivio Centrale dello Stato e Massimo Capone, medico infettivologo e presidente dell’Associazione Romana Tiro ad Avancarica.

Gli interventi saranno intervallati da letture di brani storici intrepretati da Ivana Monti.

Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina

sabato 10 dicembre 2016 ore 16.00

 

presentazione del volume

 

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di Giovanni Adducci

Palombi Editori

Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina

Largo di Porta San Pancrazio

Info 060608 – Ingresso libero fino ad esaurimento posti www.museodellarepubblicaromana.it

 

Gabriella Gnetti
Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura
Via Attilio Benigni 59 00156 Roma
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