Addio al rivoluzionario di Cuba

fidelE’ da poco passata la mezzanotte quando a Cuba Raul Castro annuncia in tv che alle 22:29 del 25 novembre del 2016 è deceduto il comandante in capo della Rivoluzione Cubana Fidel Castro.

Fidel Castro è stato nel bene e nel male (eroe per la sinistra e dittatore per i suoi nemici) colui che ha cambiato e ha fatto la storia di Cuba. Nasce a Biran (provincia di Holguín) il 13 agosto del 1926 da un benestante proprietario terriero gallego Angel Castro Argiz e da Lina Ruz González figlia di immigrati spagnoli; Fidel studiò a Santiago de Cuba per poi trasferirsi dal 1941 al 1945 all’Avana in un collegio gesuita. Nel 1945 si iscrisse alla facoltà di Diritto dell’Università dell’Avana prendendo i contatti con gli scritti di professori nazionalisti che credevano che il destino di Cuba fosse stato deviato dall’intervento degli Stati Uniti del 1898 per poi passare alla dominazione economica da parte della stessa a discapito dell’indipendenza e della nazionalità di Cuba. Nel 1948 sposa Mirta Diaz-Balart e iniziò il praticantato; è il 1952 quando decise di candidarsi al parlamento con il Partito Ortodosso ma a causa del colpo di Stato del generale Batista le elezioni furono cancellate. Castro denunciò Batista in tribunale per violazione della costituzione, la sua petizione fu respinta e perciò Fidel organizzò nel 1953 un assalto armato alla caserma della Moncada. Castro fu reso prigioniero, processato e infine condannato a quindici anni di prigione; ma grazie ad un amnistia nel maggio 1955 venne rilasciato e mandato in esilio in Messico e negli Stati Uniti. Fidel tornò in patria clandestinamente con altri esiliati che in seguito formarono un gruppo dal nome Movimento del 26 luglio. Questa formazione passò dalle parole ai fatti è il 2 dicembre 1956 quando dodici degli ottanta uomini (tra cui ricordiamo Ernesto Che Guevara, Raul Castro e Camilo Cienfuegos) sopravvissero alla ritirata sulle montagne della Sierra Maestra, l’inizio che portò alla guerriglia contro il governo di Batista. Nonostante lo svantaggio numerico contro i battaglioni di Batista, le forze di Castro misero a segno diverse vittorie aiutate dalla massiccia diserzione e dalle rese all’interno dell’esercito di Batista che causarono nel capodanno del 1959 la dipartita di quest’ultimo. L’ 8 gennaio 1959 Castro assume prima il ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate poi succedette il 17 febbraio a Cardona nella sua carica. Castro con il fratello Raul, Che Guevara e Camilo Cienfuegos sono stati trai protagonisti della rivoluzione cubana contro il regime del dittatore Fulgencio Batista e dopo il fallito sbarco nella baia dei Porci da parte di esuli cubani appoggiati dagli Stati Uniti d’America, proclamò l’istituzione della Repubblica di Cuba, uno Stato monopartitico di stampo socialista, che secondo Fidel e i suoi sostenitori è una democrazia popolare apartitica, ma che i dissidenti e buona parte degli analisti politici internazionali definiscono come un regime totalitario. Cuba a causa della posizione strategica e della vicinanza geografica con gli Stati Uniti ha spesso giocato un forte ruolo a livello internazionale. Le relazioni internazionali di Cuba inizialmente sono caratterizzate dagli attriti con gli Stati Uniti (prima aveva riconosciuto il governo di Fidel) quando il governo cominciò con l’espropriazione delle proprietà sulle principali compagnie statunitensi attraverso risarcimenti basati sulla valutazione fiscale delle proprietà. Quando Cuba nel febbraio del 1960 firmò un accordo per l’acquisto di petrolio dall’Unione Sovietica le raffinerie di proprietà statunitensi interruppero le relazioni diplomatiche con il governo Castro. La rottura con gli Stati Uniti portò al legame sempre più stretto con l’Unione Sovietica. Dopo i diversi patti firmati tra Fidel e il premier sovietico Kruscev, Cuba iniziò a ricevere aiuti economici e militari dell’Unione Sovietica. L’alleanza con Mosca modifica un

po’ tutte le idee e i progetti dei primi anni della Rivoluzione quando anche Fidel Castro puntava sull’industrializzazione di Cuba per rompere le catene della monocultura dello zucchero. Fino alla fine degli anni Ottanta, Cuba scambierà con il Patto di Varsavia zucchero con aiuti di ogni genere (dalle lattine di fagioli per i soldati, alle auto, ad ogni altro genere di prodotto e aiuto). L’Urss investirà miliardi per conservare l’avamposto strategico di Cuba a 90 miglia dagli Stati Uniti. E per Fidel saranno anni abbastanza dorati nel corso dei quali l’isola sarà portata ad esempio per la qualità del suo socialismo (in particolare nelle scuole e negli ospedali). Con l’avvento degli anni Novanta inizia il periodo più travagliato per il regime; Mosca non sostiene più Cuba che inizia a dare segni di crisi a partire dall’economia. Per rialzarsi da un periodo di profonda crisi Cuba spalancherà le porte al turismo e alle rimesse degli esuli. Un processo che con la liberalizzazione dell’uso dei dollari, cambierà il volto dell’isola rovesciandone la piramide sociale. Da tempo molto malato Fidel aveva delegato il potere al fratello Raul (in maniera definitiva nel febbraio 2008); un’era per Cuba era già finita da prima che morisse. Castro assisteva impotente già da molto tempo alle riforme economiche volute dal fratello Raul ma non perdeva mai l’occasione di sostenere i concetti cardini che lo hanno contraddistinto (la sovranità nazionale e il categorico no all’impero). Un uomo figlio della rivoluzione che ha portato alla nascita della Repubblica cubana ma che non sempre ha usato il suo potere in maniera corretta e leale. Cuba piange un simbolo ma è pronta a rinascere.

Noemi Deroma

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