L’ETERNO CONFLITTO UMANO :”AMLETO” DI WILLIAM SHAKESPEARE AL TEATRO QUIRINO

 

Controprova dell’ immortalità della vera “Arte “shakespeariana ,al logorio del tempo e della storia. La tragedia dell’Amleto come eterno conflitto umano tra azione e contemplazione dove la follia diventa pretesto di verità. E’ l’Amleto dell’era romantica ,espressione dell’uomo moderno quello che va in scena al Teatro Quirino abilmente interpretato da Stefano Pecci.

Aderente al testo se pure con qualche adattamento ci racconta la storia di un principe,di un uomo . Ad Elsinore, in Danimarca, il fantasma del defunto re appare ad Amleto, suo figlio, e gli chiede di essere vendicato: ad ucciderlo è stato infatti il fratello Claudio che si è ora appropriato del trono e ha sposato la vedova moglie del re, Gertrude. Il principe assicura di tener fede alla promessa ma, desideroso di avere la concreta prova della colpevolezza dello zio, decide di ritardare il momento della vendetta. La certezza che lo zio sia responsabile della morte del padre gli viene quando, durante uno spettacolo teatrale, mette in scena l’omicidio del defunto re e Claudio, indignato e al contempo impaurito, si alza e se ne va. Recandosi a parlare con la madre per giustificare il proprio comportamento, Amleto uccide per errore Polonio, consigliere del nuovo re e padre di Laerte e Ofelia che lui ama di un amore sincero. Quest’ultimo, tornato in Danimarca non appena appresa la notizia, dichiara Amleto colpevole della morte del padre e della sorella – che nel frattempo ha deciso di uccidersi per mettere fine al proprio dolore – e lo sfida a duello. In accordo con Claudio, Laerte cosparge la punta della propria spada di una sostanza letale e avvelena anche la coppa dove Amleto dovrà bere in caso di vittoria. In una serie di casuali eventi, però, è la madre Gertrude a bere dalla coppa avvelenata e la letale spada colpisce entrambi i duellanti; prima di morire, Amleto riesce però ad uccidere Claudio.

Quest’opera può essere considerata il preludio dell’epoca moderna .Un uomo,da solo. Solo con la sua coscienza e con la profonda paura di vivere la vita e del futuro o forse del destino. Il futuro è “nostro”,del destino non ci è dato sapere.

Tutto il testo è il continuo sovrapporsi di mondi ,quello cosmico dell’aldilà del padre defunto che si cela al mondo terreno,il microcosmo dell’essere umano celato tra amore,futuro,destino,dolore e perdita entra in contrapposizione col macromondo dello Sato,dei grandi destini del mondo.

Per la prima volta viene profondamente analizzato l’umano sentire ,in rapporto alle problematiche del vivere quotidiano. La pazzia ,seppure finta,rappresenta la psicologia .Entrare nella mente per capirne la natura e comprendere l’essere umano.

Amleto come rappresentazione dell’uomo moderno,ed è in questa chiave che viene ritratto. Un uomo nuovo ad un pubblico nuovo dove il testo,seppur aderente all’originale,risulta semplice e scorrevole senza simbolismi o sovrastrutture.

Semplice anche la scenografia ma enigmatica al contempo. Un gioco di luci di sicuro effetto che hanno fatto da cornice a 14 attori di grande talento, uno su tutti il protagonista ,interpretato da Stefano Pecci,che ha avuto la grande capacità di portare il pubblico nel suo mondo,farlo entrare nella sua vita e nella sua psiche fino a trascenderlo nella follia…la nostra!

Box informazioni:

Compagnia Molière DANIELE PECCI MADDALENA CRIPPA AMLETO dal 18 al 30 Ottobre di William Shakespeare adattamento e regia DANIELE PECCI

Teatro Quirino via delle vergini, 7 00187 Roma tel. 06.6794585 biglietteria@teatroquirino.it

Michela Cenci

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