Non c’è verso, il Mausoleo di Augusto non trova l’attesa “Pax”. Dopo circa ottanta anni di abbandono e incuria l’imponente monumento imperiale è ancora in attesa di un restauro definitivo che lo renda godibile ed agibile. I lavori attesi per gennaio 2016 non sono ad oggi iniziati a causa di lungaggini provocate da offerte ritenute “anomale”. Il monumento voluto dall’imperatore Ottaviano Augusto (“il Divus”) e innalzato nel 29 a.C. è ancora in standby.
Il governo Berlusconi, tramite il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro, fallì nel progetto di riaprire la tomba (il più grande sepolcro circolare dell’antichità) in concomitanza con i festeggiamenti per il bimillenario della morte di Augusto, nell’agosto del 2014. In quei giorni oltre al danno arrivò la beffa: il monumento non solo non venne riaperto ma il giardino adiacente alle mura imperiali si allagò provocando vergogna ed indignazione nella sale del primo sindaco di allora, Ignazio Marino. Nell’autunno del 2015 il finanziamento di 6 milioni proposto dalla Fondazione Telecom (in aggiunta ai 4,2 milioni di fondi comunali e statali già stanziati) scacciò via i timori. La data prevista per l’inizio dei lavori era il gennaio 2016, la riapertura al pubblico già nel marzo dello stesso anno. Un nuovo intoppo burocratico ha però rovinato la festa: molte delle circa 100 offerte pervenute sono, infatti, esageratamente basse e quindi considerate non regolari dalla sovrintendenza. La gara è al massimo ribasso: i tecnici temono ripercussioni per la buona riuscita dell’opera e la salvaguardia del monumento, naturalmente la preoccupazione più importante. Mentre una commissione istituita ad hoc per valutare questi dati verrà costituita, il Mausoleo di Augusto dovrà ancora attendere. Di fronte alla Teca di Meier e incorniciato dalle strutture razionaliste volute da Mussolini, l’imponente sepolcro è ancora assediato da sterpaie, rifiuti e recinzioni antiestetiche.
Francesco Consiglio
