IMAGO URBIS LA MEMORIA DEL LUOGO ATTRAVERSO LA CARTOGRAFIA DAL RINASCIMENTO AL ROMANTICISMO

La mostra, che s’inserisce nel filone della “grafica storica”, propone una selezione di piante di città che trovano divulgazione grazie all’invenzione della stampa, dalla xilografia prima all’incisione su lastre in rame con il bulino e la puntasecca in seguito, perfezionandosi poi con la tecnica all’acquaforte e all’acquatinta. Sarà nel corso dell’Ottocento che la tecnica litografica e della fotoincisione permetterà un ampio spettro di soluzioni tali da rendere virtuosismi prospettici fino a ottenere coinvolgenti vedute a volo d’uccello.

Con il Rinascimento nascono i primi Atlanti di città dal Münster al Merian, dal Braun agli Hogenberg che hanno lo scopo di far conoscere le varie città delle varie regioni e stati del mondo allora noto. Saranno dapprima i sovrani e l’alta cerchia aristocratica di “uomini di scienza ed arte” ad appassionarsi a questo soggetto, acquistando e collezionando cartine geografiche e “libri di città”.

L’esposizione propone una scelta ragionata delle piante di città tratte dalla “Raccolta di carte geografiche della Real Casa Borbonica” per far comprendere il fenomeno della trasmissione di conoscenza dei luoghi per mezzo delle carte geografiche e topografiche, e più genericamente delle vedute di città. Nel corso del Seicento si diffonde nei palazzi aristocratici e alto borghesi l’uso di dedicare una sala all’esposizione e catalogazione delle cartine geografiche. Accanto alla consuetudine di esporre le piante delle città-meta di viaggi come Roma, Milano, Parigi e Vienna, saranno esposte le piante realizzate per particolari eventi, come quella di Londra dopo il grande incendio del 1666, in cui si prevedevano i nuovi quartieri da ricostruire, o ancora le piante con le trasformazioni da Edimburgo e Bath, da Manchester a Salford, il nuovo porto di Marsiglia o ancora lo sviluppo settecentesco di Berlino e la grande nuova città di San Pietroburgo. Interessante, sulla via del Grand Tour, è la diffusione della cartografia delle città di Ginevra, Basilea, Berna e Zurigo, punti nevralgici delle movimentazioni mitteleuropee per arrivare a Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli. Attraverso la mostra si desidera quindi mettere in luce anche il lento spostamento del baricentro della produzione iconografica, che nel corso del Seicento si trasferisce dall’Italia alla Svizzera, alla Germania e all’Olanda, quindi in Francia, Spagna e Inghilterra.

Si passerà dunque dalle piante iconografiche a proiezione zenitale di città ideali a immagini prospettiche di città reali, con il perfezionamento e l’enorme fortuna di genere che ebbero in seguito le rappresentazioni “a volo d’uccello”, fino alle successive vedute romantiche e al disegno ottocentesco di città, ove la pianta urbana serve come irrinunciabile strumento di perequazione. In questo si assiste anche al fenomeno della lenta divisione fra arte e scienza. Una sezione particolare sarà dedicata al Canton Ticino e all’area insubrica con piante di città e vedute di luoghi situati lungo l’asse di percorrenza del San Gottardo.

In mostra saranno esposti disegni preparatori, xilografie, incisioni a bulino e all’acquaforte, litografie e preziose “matrici” in legno e in rame che hanno generato le stampe, come anche alcuni strumenti del “cartografo”.

L’esposizione è realizzata grazie agli importanti prestiti della Biblioteca Nazionale di Napoli, del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, del Centro interdipartimentale di ricerca sull’iconografia della città europea presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, grazie alla Fondazione Musei Civici di Venezia, nello specifico del Museo Correr, grazie all’Istituto Geografico Militare di Firenze, alla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano, alla Zentralbibliothek Zürich, all’Archivio di Stato del Cantone Ticino, alla collezione del Comune di Chiasso e a numerosi collezionisti privati.

 IMAGO URBIS

LA MEMORIA DEL LUOGO ATTRAVERSO LA CARTOGRAFIA

DAL RINASCIMENTO AL ROMANTICISMO

 

mostra a cura di

Cesare de Seta

Nicoletta Ossanna Cavadi

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