LE CASE MUSEO DI ROMA: IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE INDIMENTICATO.

La fine delle ferie estive in città vuol dire, anche, avere pochi eventi a cui partecipare. Gli ultimi giorni di agosto sono sempre desolanti e poco mondani. Ecco, allora, la possibilità di fare un bel tour per la capitale passando per le sue belle Case Museo, storiche residenze di alcuni dei personaggi più famosi dell’arte, della letteratura, o  della musica. Un percorso turistico piuttosto inusuale tra le 11 Case Museo visitabili previa prenotazione: Museo Hendrik Christian Andersen, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, Museo Venanzio Crocetti, Casa-Museo Mario Praz, Casa di Goethe, Keats-Shelley House, Museo Casa Scelsi, Casa Museo Alberto Moravia, Casa Museo Luigi Pirandello, Fondazione Giorgio e Isa De Chirico, Studio del Pittore Francesco Trombadori.

Un patrimonio dal valore inestimabile, occasione unica per rivivere momenti di vita di questi grandi personaggi attraverso i loro studi-laboratorio, gli atelier, le abitazioni private. La casa museo si può definire una abitazione trasformata in museo. Gli arredi, i libri, i ricordi e gli oggetti di uso quotidiano entrano a fare parte del percorso espositivo; gli ambienti ricostruiti in modo fedele permettono al visitatore di sintonizzarsi con il mondo dell’artista.museo.praz.4

La passeggiata inizia in piazza di Spagna. Al numero civico 31 è visitabile, dal martedì al sabato, l’abitazione dove Giorgio De Chirico abitò dal 1947 alla sua morte nel 1978. Aperta al pubblico nel 1998, a vent’anni dalla sua morte e dopo un attento restauro filologico, è collocata al quarto ed ultimo piano del seicentesco Palazzetto dei Borgognoni in Piazza di Spagna fu dallo stesso de Chirico definita nelle sue Memorie come posta “nel centro del centro del mondo”. La Casa-museo, che raccoglie una collezione di dipinti che vanno dalla fine degli anni Venti sino a metà anni Settanta, offre un percorso privilegiato attraverso la pittura dechirichiana. Il primo dei due saloni è dedicato alle opere anni Quaranta e Cinquanta, tra cui spiccano dei mirabili d’aprés di Grandi Maestri e numerosi autoritratti e ritratti di Isa, moglie dell’artista. Nella sala da pranzo campeggiano le “vite silenti” mentre sculture colate in bronzo poi dorato o argentato raccontano i miti della tradizione omerica reinterpretati dal Maestro. Una seconda parte della casa, aggiunta alla fine degli anni Sessanta, ospita la produzione del periodo neometafisico; mentre al piano superiore la dimora custodisce l’Atelier dell’artista.

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Sempre piazza di Spagna ospita, al civico 26, la Keats-Shelley house, la casa dove il poeta romantico inglese John Keats morì nel febbraio del 1821, all’età di 25 anni. La casa fu aperta per la prima volta al pubblico nel 1909 e ha sempre continuato la sua opera di diffusione della cultura romantica. L’edificio settecentesco appare molto simile a com’era quando Keats arrivò a Roma. Al suo interno, nelle stanze sobrie ed eleganti che lo compongono e che includono la camera da letto del poeta, i visitatori troveranno lettere, manoscritti, ritratti e reliquie dei romantici e degli altri grandi scrittori influenzati da Keats, come Oscar Wilde, Walt Whitman, Jorge Luis Borges ed Elizabeth Barrett Browning. Lo spazio museale include anche un’ampia terrazza al primo piano da poco restaurata e un’altra al secondo con una vista unica su Piazza di Spagna; un bookshop accogliente con molti libri e articoli; una sala per proiezioni che presenta un video sulla storia del museo e sulla vita romana di Keats, Shelley e Byron. Inoltre la Keats-Shelley House ospita regolarmente mostre temporanee e conferenze pubbliche in italiano e in inglese.

A destra, verso piazza del Popolo, al numero 18, ha sede la Casa di Goethe, dove il poeta visse durante la permanenza a Roma dal 1786 al 1788 insieme all’amico pittore Tischbein. Oggi la Casa di Goethe conserva lettere, libri e disegni che riguardano il viaggio del poeta in Italia a cui è dedicata la mostra permanente. Vi sono organizzate mostre temporanee e manifestazioni culturali sul viaggio in Italia ieri e oggi e sugli scambi culturali italo-tedeschi. Al secondo piano si trova la biblioteca storica degli artisti tedeschi a Roma.

A seguire è la volta della casa di Mario Praz (1896 – 1982). La Casa è raggiungibile, da via del Corso, con una breve passeggiata che attraversa la suggestiva piazza Fontanella Borghese. Aperta al pubblico nel giugno del 1995, la Casa museo Mario Praz (1896-1982) celebre anglista, saggista e critico, offre al visitatore 10 ambienti dove sono disposti gli oltre 1.200 pezzi, tra dipinti sculture, mobili ed arredi, che compongono la sua Raccolta. Databili tra la fine del settecento e la prima metà del XIX secolo, queste opere contribuiscono a ricostruire una casa piena di fascino e di carattere, quale poteva realmente esistere alla metà dell’Ottocento. In realtà ogni singolo pezzo è stato acquistato dal collezionista sul mercato antiquario europeo in oltre sessant’anni e accuratamente disposto negli ambienti in cui egli ha vissuto a Roma, prima nel grande appartamento di palazzo Ricci in Via Giulia, poi dal 1969 in Palazzo Primoli, dove è rimasto fino alla morte.

Nel cuore di villa Borghese spicca il Museo Pietro Canonica (1869-1959), scultore di fama internazionale, appassionato di musica e compositore egli stesso, Canonica si forma nella Torino stimolante della fine dell’ottocento, per poi soggiornare a lungo presso le corti d’Europa dove l’aristocrazia gli commissiona ritratti e monumenti celebrativi. Già famoso, si trasferisce a Roma, dove ottiene in concessione dal Comune l’edificio che oggi ospita il museo per farne la propria abitazione-studio: l’appartamento privato al primo piano, ricco di arredi pregiati e quadri dell’ottocento piemontese, l’atelier dello scultore al piano terreno, le sale espositive dove è possibile ammirare gran parte delle sue opere, un piccolo gioiello dedicato all’artista Pietro.

A Roma nord, nel Museo Fondazione Venanzo Crocetti, si conservano oltre cento opere tra bronzi, marmi, pietre, dipinti dello scultore. Voluta dal Maestro dopo aver vinto il concorso nel 1951 per la realizzazione della Porta di San Pietro a Roma, la struttura nasce per ospitare uno studio di grandi dimensioni che gli consenta di realizzare la Porta dei Sacramenti, opera alla quale lavora per quattordici anni. Al laboratorio si aggiungono ben presto altri ambienti: la casa dove il maestro vive fino alla morte e il complesso museale, inaugurato nel 2002, dove sono esposte le sue opere. L’abitazione, arredata ancor oggi come allora, testimonia il carattere meditativo dell’artista e la semplicità che lo hanno sempre connotato. L’esposizione permanente, disposta in cinque sale, articolate su due piani, accoglie le opere realizzate dallo Scultore in oltre settant’anni di attività creativa.

All’interno del Parco storico monumentale denominato Villa Strohl-Fern troviamo invece lo studio del pittore Francesco Trombadori (Siracusa 1886 – Roma 1961), figura di spicco della cosiddetta “Scuola Romana”. La Villa fu una celebre colonia di artisti attiva per più di ottant’anni (tra i suoi ospiti si ricordano Rainer Maria Rilke,Arturo Martini e Carlo Levi),fondata nel 1880 dall’artista mecenate alsaziano Alfred W. Strohl- Fern (1847 – 1927) che la lasciò in eredità allo Stato francese, e oggi è una delle sedi della Scuola Chateaubriand.

Degne di nota sono: la Casa Museo Alberto Moravia, appartamento dove visse lo scrittore e ove si trova anche la sua Biblioteca personale. Dopo la sua morte, l’ultima residenza (dal ‘63 al ‘90) diventa sede dell’Associazione Fondo Alberto Moravia, che gestisce l’Archivio e la Biblioteca dello scrittore. Nel 2010 apre al pubblico come Casa Museo del circuito Musei in Comune di Roma Capitale. Situato nel quartiere Della Vittoria – ampie strade e geometrie regolari, costruzioni eleganti in stile umbertino e villini liberty – l’appartamento si trova all’ultimo piano di un palazzo anni Trenta affacciato sul Tevere. La casa conserva tracce di vita quotidiana, dei suoi viaggi e interessi: maschere africane e makemono orientali, celebri ritratti e opere degli amici pittori e scultori, librerie alte fino al soffitto, souvenir di viaggio, dischi e classici della letteratura, lampade pop e la macchina da scrivere Olivetti 82. Le molte opere d’arte alle pareti e la ricca documentazione d’archivio testimoniano i rapporti con artisti e scrittori: da Mario Schifano a Dacia Maraini, da Renato Guttuso a Carmen Llera, da Toti Scialoja a Enzo Siciliano, Pier Paolo Pasolini, Goffredo Parise, Bernardo Bertolucci e altri.

Lo Studio di Luigi Pirandello, ultima dimora abitata dallo scrittore, è sede dal 1962 dell’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Italiano Contemporaneo cui è affidata la custodia del patrimonio storico-artistico, la tutela e la valorizzazione della biblioteca e degli archivi. La Casa ha sede in un villino costruito negli anni Dieci nei pressi di Villa Torlonia. L’appartamento è costituito da un ampio soggiorno-studio e dalla camera da letto dove Pirandello morì nel 1936. L’arredo risale al 1933, anno in cui lo scrittore vi si trasferì al suo rientro in Italia dopo gli anni trascorsi a Berlino e a Parigi, una parte della mobilia risale al 1910 e proviene da precedenti abitazioni romane. Nella Casa sono conservati anche altri fondi archivistici e librari, la biblioteca dell’artista, la targa del Premio Nobel, alcuni quadri di Fausto Pirandello, la divisa della Reale Accademia d’Italia, gli effetti personali dello scrittore.

La Casa Museo di Giacinto Scelsi, inaugurata come casa-museo nel 1996, che conserva gli strumenti, il pianoforte e tutti i mobili del Conte d’Ayala Valva (1905-1988), conosciuto nel mondo musicale come Giacinto Scelsi. Aperto al pubblico dal 1996, il museo nasce per volere di Giacinto Scelsi che ci ha lasciato con la sua musica ,le sue poesie, i suoi scritti, anche il “luogo” dove per lunghi anni ha vissuto e creato.

Infine c’è lei, la Casa Museo dello scultore Hendrik Andersen (1872 –1940). Si trova in via Pasquale Stanislao Mancini 20, nelle vicinanze di piazzale Flaminio. L’edificio è stato costruito tra il 1922 e il 1925 su disegno dello stesso artista norvegese naturalizzato americano, nella tipologia della “palazzina con annesso studio di scultura”. Al piano terra la Galleria – sala di rappresentanza espositiva – e lo Studio – atelier per l’ideazione delle opere e la modellazione delle forme – accolgono le monumentali statue, i busti-ritratto e i disegni-progetto per il World Center of Communication. L’appartamento al primo piano, un tempo abitazione, costituisce uno spazio espositivo sia per le raccolte permanenti sia per mostre temporanee dedicate ai rapporti tra l’Italia e gli artisti stranieri del XIX, XX e XXI secolo.

Per info e prenotazioni è possibile consultare il sito Internet www.turismoroma.it

Piera Feduzi

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