Unioni civili, una storia infinita

Dopo l’Unione Europea anche la Corte europea per i diritti umani rimprovera all’Italia l’assenza di una legge che riconosca le unioni tra persone dello stesso sesso. Strasburgo si è espressa sulla base del ricorso, per altro vinto e che darà luogo ad un risarcimento di 5.000 da parte dello Stato italiano in favore dei ricorrenti, presentato da tre coppie omosessuali residenti a Trento, Milano e Lissone (provincia di Milano). Tra loro spicca il nome di Enrico Oliari, presidente di GayLib associazione di gay liberali e di centrodestra. La Corte si è rifatta all’art.8 della Convenzione dei diritti dell’Uomo che impone “il diritto al rispetto della vita privata e familiare” dei cittadini. Puntuali sono arrivate le prese di posizione soprattutto perché questa sentenza coincide con l’approdo in Senato del ddl Cirinnà, un provvedimento legislativo volto al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. In realtà, il disegno di legge era rimasto bloccato in Commissione in attesa della valutazione dell’impatto finanziario da parte dei tecnici del Ministero dell’Economia. La valutazione, comunicata per ora solo via twitter, spiega come tra assegni familiari e pensioni di reversibilità il costo per lo Stato sarebbe molto contenuto. Insomma, non ci sono più scuse per procrastinare un provvedimento, sollecitato tra l’altro anche dalla nostra Corte costituzionale, che accorci la distanza tra l’Italia e gli altri paesi occidentali.Nozze-Gay-535x300-1423819617 Perché non va sottaciuto che, se anche passasse il ddl Cirinnà così come è, l’Italia avrebbe una legislazione comunque meno avanzata di quella di altri Paesi, dove le unioni gay sono equiparate ai matrimoni, consentendo dunque l’adozione. Ciononostante alcuni politici nostrani come gli esponenti di Ncd – un partitino senza particolare peso elettorale – già agitano lo spettro di uteri in affitto, sovvertimento dell’ordine “naturale” della famiglia e tante altre assurdità su cui anche l’ineffabile Matteo Salvini non ha mancato di far sentire la propria voce. Per fortuna, in Parlamento si intravede la formazione di una maggioranza trasversale a sostegno di questa legge. Per Forza Italia è Mara Carfagna a pronunciarsi a favore: “È arrivato il momento per l’Italia di riconoscere le unioni omoaffettive. Non si può più far finta di nulla, le coppie omosessuali sono una realtà già presente nella nostra società, il compito che la politica ha ora è quello di regolamentarle, definendo diritti, doveri e responsabilità”. Ci sono anche il M5S e Sel pronti a votare col Governo. Questa volta il Pd potrà perfino ignorare le posizioni, a dire il vero poche, contrarie alle unioni gay. Sia Monica Cirinnà sia la ministra Boschi sottolineano l’urgenza di approvare in fretta la legge: quest’estate, entro l’autunno, entro la fine dell’anno. Ivan Scalfarotto, esponente Pd ha da poco sospeso lo sciopero della fame grazie alle rassicurazioni di Renzi sull’imminente varo delle unioni. L’auspicio è che, dopo trenta anni di battaglie, non si debbano più scrivere articoli come questo. Una politica lungimirante è infatti consapevole che i diritti tutti (civili, politici e sociali) e i diritti di tutti contribuiscono alla sviluppo del Paese.

 

Pasquale Musella

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