Rapiti 4 italiani in Libia

E’ la domenica sera del 20 Luglio del 2015 quando quattro tecnici italiani (che lavorano nella ditta di costruzioni Bonatti di Parma) vengono sequestrati in terra libica.  A rendere nota la notizia ufficiale è la Farnesina che comunica che i quattro italiani sono stati rapiti nei pressi del compound dell’Eni situato nella zona di Mellitah, non lontano dal confine con la Tunisia. Fin dai primi momenti l’Unità di Crisi si è attivata per seguire il caso ed è costantemente in contatto con le famiglie dei connazionali e con la ditta Bonatti. Intanto secondo il ministro Gentiloni (Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale) il rapimento dei quattro italiani non rappresenterebbe una ritorsione da parte della Libia contro l’Italia (e in particolar modo con il suo governo) per l’impegno nelle trattative di pace in Libia. Come spesso accade quando ci sono questi avvenimenti troviamo diverse ipotesi su chi e come sia possibile un fatto del genere. Ma la Libia da almeno quattro anni si trova nel caos più totale, scaturito a causa di una guerra civile che ha portato alla cattura e deposizione dell’ex colonello Muammar Gaddafi. Oggi il paese è diviso da diverse fazioni in lotta fra loro che si contendono la supremazia del territorio. In seguito all’attacco dell’ambasciata italiana in Libia il 15 Febbraio 2015 la Farnesina ha invitato tutti i propri connazionali a lasciare il paese. E’ una guerra per il potere dove nessuno è escluso e dove anche le persone comuni che svolgono il proprio lavoro (nulla a che fare con piani di alleanze e strategie politiche) sono a rischio della propria incolumità.

 

Noemi Deroma

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