“Lega. Storia di un’anima. Scoperte e rivelazioni”, esposti a Pietrasanta capolavori mai visti.

Dopo anni di ricerche finalmente esposti i capolavori inediti del famoso pittore Silvestro Lega. Portate alla luce, dopo trent’anni di lavoro, le opere del maestro macchiaiolo saranno ospitati negli spazi del Centro Matteucci per l’arte moderna di Viareggio.

 

La mostra è stata curata da Giuliano Matteucci in collaborazione con Silvio Balloni che insieme hanno messo a punto una selezione precisa di opere di lega tutte documentate ampiamente. Queste andranno ad aggiungersi al catalogo dell’artista a testimonianza della sua influenza come protagonista nel panorama pittorico dell’800 italiano.

Restano ancora un significativo numero di opere non ancora trovate che implicano ancora una falla nella ricostruzione artistica di questo grande pittore. Tuttavia è stato importantissimo il ritrovamento di uno dei nuclei fondamentali dell’attività giovanile, vale a dire i Ritratti Fabbroni, esponenti di una delle molte famiglie che dettero sostegno al pittore nella fase più critica della sua vita. Sono ritrovamenti eccezionali per la loro portata e valenza. Infatti è grazie ad essi che siamo riusciti a cogliere la “radicale svolta” nello stile di Lega che si avvicina ai modelli del Naturalismo cosmopolita simile a Manet, Tissot o Stevens.

Ma procediamo con ordine. Lega, romagnolo di nascita, nacque nel 1826 e visse tutta la sua vita a Firenze svolgendo la sua formazione giovanile presso l’Accademia delle Belle Arti come allievo di Giuseppe Bezzuoli. Il suo esordio portava tratti fondamentalmente accademici ma, avvicinandosi alla tecnica “a macchia”  degli artisti che si riunivano al Caffè Michelangelo, compì una evoluzione in senso realista ma con caratteristiche personali realizzò le sue opere migliori tra il 1867 e il 1868, quali «Il canto dello stornello», «Il pergolato», «La visita», che rimangono tra le opere più alte dell’Ottocento italiano. Il contenuto dei suoi quadri tende ad esaltare la semplicità delicata e gli affetti puri che caratterizzano la piccola borghesia italiana di quegli anni. Nei suoi quadri vi è sempre un po’ di commozione nostalgica per questo piccolo mondo vissuto in piccoli centri urbani.

Con il ritrovamento dei ritratti dei Fabbroni emerge ancora di più la sua dote “unica” di bloccare il personaggio fissandone il pensiero attraverso una posa, un’espressione, una caratteristica del tutto non convenzionale. Ecco che allora emergono i tratti del capofamiglia Giuseppe e quelli della moglie Elisa, donna fragile la cui espressione a metà tra la sospensione e l’attonito, ci rende esattamente il senso di disagio di un’esistenza insoddisfatta che trapela da una immagine carica di tensione e reazioni bloccate.

Oltre ai dipinti appartenenti al ciclo della famiglia Fabbroni, al Centro Matteucci si possono ammirare altre novità: “’Tiziano e Irene di Spilimbergo”, “Visita alla balia”, “Il cuoco”, “La lezione” Infine, il cosiddetto Cofanetto Tommasi, dono del pittore al giovane allievo Angiolo Tommasi e alla moglie Adele, in occasione della nascita del primogenito Ugo.

Una mostra bella che racconta il lato più intimo del pittore, ecco perché è fondamentale. Prima di conoscere l’opera sempre è indispensabile capire l’uomo. L’uomo di carne ed ossa, l’uomo che piange, gioisce, soffre e pensa. “Lega. Storia di un’anima. Scoperte e rivelazioni” ha proprio questo fine, farci conoscere l’uomo oltre che il pittore.

 

Box informazioni:

Centro Matteucci per l’arte moderna

tel +39 0584 430614

SILVESTRO LEGA - scoperti gli inediti
SILVESTRO LEGA – scoperti gli inediti

fax +39 0584 54977
info@centromatteucciartemoderna.it
info@cemamo.it

Grazia Manna

 

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