I cinguettii della politica

Nell’epoca della comunicazione digitale, la politica italiana è diventata sempre più 2.0. Facebook, Instagram e Twitter costituiscono i canali privilegiati per instaurare quel rapporto diretto con gli elettori essenziale per creare consenso. Tra i social network, twitter la fa da padrone, tant’è che l’elezione di Obama alla Casa bianca e la Primavera araba sono stati avvenimenti contrassegnati dal celebre logo dell’uccellino che cinguetta. In Italia, stando ai dati del Rapporto Tweetpolitics, sono soprattutto i deputati – più dei compassati senatori – ad utilizzare twitter. Tuttavia, l’utilizzatore principale (ma è una rondine che non fa primavera) è il senatore forzista Maurizio Gasparri che, in tre mesi, ha postato 8.216 tweet. In media 134 cinguettii al giorno, a tutte le ore del giorno e della notte. Renzi su twitterMa, in testa alla classifica di Twitter e di Facebook, troviamo Beppe Grillo e Matteo Renzi, il che non rappresenta certo una sorpresa. L’ex comico è stato il primo ad intuire le potenzialità della rete. La sua strategia è quella di veicolare le sue idee facendo ricorso alla combinazione di blog e social network. Renzi è arrivato dopo, anche se sta facendo un ottimo lavoro. Il Premier impazza con hashtag divenuti celebri come #labuonascuola, #sbloccaitalia e simili. In 140 caratteri Renzi è in grado di fare tante cose: sintetizzare la sua azione di governo, attaccare gli avversari (minoranza dem e sindacati), parlare ai giornalisti e all’opinione pubblica. Un dato sorprendente è l’assenza di Salvini sul podio dei politici “twittatori”, anche se il leader leghista è quello che è cresciuto di più con oltre 15 mila nuovi seguaci in un mese. I social alimentano, nei politici e nelle persone comuni, una forma di intenso narcisismo. Il rischio è che la personalizzazione della politica e il culto del leader distolgano l’attenzione dalle proposte politiche contribuendo all’attuale crisi di rappresentatività dei cosiddetti “corpi intermedi”, vale a dire partiti, sindacati, organizzazioni sociali e di categoria.

 

 

Pasquale Musella

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