Boom di turisti in Iran

 Iran-Boom di turisti in Iran. Sarà merito dell’elezione di Hassan Rouhani, eletto un anno fa, sarà la tiepida apertura della comunità internazionale, degli Stati Uniti e dell’Europa che hanno avviato negoziati sul nucleare con Teheran, fatto sta che nella Repubblica Islamica si respira aria nuova, che ha invogliato i turisti a tornare nella Repubblica Islamica. Certo non è possibile parlare di rivoluzione, ma la rinnovata apertura al mondo non potrà che avere effetti positivi sulle casse e l’immagine del Paese. I turisti provengono soprattutto dall’Europa. Come spiega Stefano M. Torelli su Sette (supplemento del Corriere della Sera): “Non è raro imbattersi in gruppi di visitatori di tutte le nazionalità, dal Belgio alla Polonia, soprattutto in città storiche e d’arte il cui fascino è indiscutibile, come nel caso di Esfahan, vero gioiello degli antichi imperi che si sono succeduti nei secoli in quella che fu la Persia. Secondo alcune stime fornite dal ministeri del turismo iraniano nel primo mese dell’anno corrente (che in Iran è iniziato a marzo), il Paese ha visto l’arrivo di più di 4500 gruppi di turisti organizzati, una cifra che supera del doppio i visitatori dello stesso periodo dell’anno scorso. L’aumento del turismo potrebbe generare una crescita degli introiti di almeno 4 miliardi di euro, secondo alcune stime”. Il clima di distensione internazionale starebbe portando in Iran compagnie aeree europee oltre alle catene alberghiere di lusso, come la francese Accor, primo gruppo alberghiero del nostro continente. L’effetto benefico, addirittura, sembra aver coinvolto anche lo storico nemico regionale, l’Arabia Saudita, se è vero che la catena di alberghi saudita Rotana Group ha progettato di aprire degli hotel a cinque stelle a Teheran e Mashad, luogo di culto per eccellenza dello sciismo e, quindi, destinazione turistica di milioni di visitatori interni. Per agevolare la circolazione delle persone il governo di Teheran dovrebbe alleggerire il sistema di ottenimento del visto per almeno una dozzina di Paesi occidentali, Italia inclusa. L’obiettivo è quello di individuare e incrementare nuove possibilità di scambio economico, ma anche culturale. Per il Washington Post, si dovrebbe permettere anche il rientro dei capitali statunitensi. Non solo petrolio dunque, ma anche turismo, una risorsa grazie alla quale l’Iran, date le sue immense ricchezze artistiche, potrebbe diventare egemone in questo settore. Dall’altra parte ci sono loro, i visitatori stranieri, che fremono dalla voglia di esplorare una terra ormai da tempo non facilmente accessibile. L’Iran è la perla del Medio Oriente. Una Paese antico e nobile in cui convivono in maniera non totalmente pacifica ortodossia religiosa e voglia di occidente. Probabilmente è la regione mediorientale che cova al suo interno il maggior numero di contraddizioni.

Silvia Di Pasquale

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