Lorenzo Braccialini: “In azienda, un lab per far lavorare giovane creativi”

La storia di due generazioni di artigiani della moda, i progetti per il futuro e l’annuncio di una nuova iniziativa pensata per i creativi del domani: Carla e Lorenzo Braccialini si raccontano agli studenti della Sapienza.

“A breve, la sede di Braccialini ospiterà un vero e proprio lab pensato per giovani creativi: fashion designer, web designer, ragazzi specializzati nel marketing e nella comunicazione, tutti accomunati dalla passione per il proprio lavoro e pronti a portare idee nuove”: Lorenzo Braccialini, responsabile del marketing nell’azienda di famiglia, rivela agli studenti della Sapienza, durante il terzo incontro del ciclo di seminari con i Professionisti della moda, il nuovo progetto del marchio fiorentino. Progetto che si svilupperà nei prossimi mesi e che punta a portare in azienda giovani- spesso alla prima esperienza lavorativa in una grande realtà- con entusiasmo e idee innovative. Quelle stesse idee che sono alla base dei 60 anni di successi del marchio- 60 anni compiuti proprio nel 2014- e che, ancora oggi, arrivano in gran parte dalla testa di Carla Braccialini, presidente onorario del brand, che ha creato un’azienda leader nel mondo partendo da “vestitini di paglia fiorentina e borse colorate e piene di fantasia, diverse da tutto quello che si vedeva in quegli anni”. Idee che vanno inseguite e portate avanti, “perché se ci si crede davvero, alla fine tutto si realizza”, spiega Carla Braccialini quando le si chiede se, tra i tanti “temi” che sono diventati elementi distintivo del marchio e le borse dalle forme non convenzionali che ha ideato dagli anni Settanta in poi, dalla famosa casetta, ce ne sia stata una davvero impossibile da creare. “Spesso ci vogliono anche due o tre mesi per creare un prototipo” continua Braccialini “ma poi riusciamo sempre a trovare una soluzione, merito anche dei bravissimi artigiani che lavorano con noi”; e quello delle competenze artigianali, da valorizzare, custodire e trasmettere, è un altro tema su cui insiste particolarmente, perché “in Italia le cose vanno male anche perché molti giovani pensano che sia più dignitoso stare dietro a una scrivania che non a un banco a fare un lavoro manuale. Questa mentalità è sbagliata, e assolutamente da cambiare”. Le fa eco il figlio Lorenzo, che da qualche anno si occupa di marketing e comunicazione del gruppo- proprietario anche di marchi come Gherardini e Francesco Biasia-, che sottolinea come il suo sia un settore fondamentale nello sviluppo dei brand oggi, ma che allo stesso tempo lo è anche la trasmissione di quelle competenze artigianali in cui il mondo riconosce ancora il primato all’Italia, e di cui la sua famiglia è una delle testimoni più valide.

 

Claudia Proiettia

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