Greco eroe d’Europa. Una fotografia della Grecia tra scandali, degrado e storie d’onore.

revolution_greco_copertina_singola_defNei giorni di apertura del semestre greco di Presidenza Ue, è uscito Greco eroe d’Europa, il libro del giornalista Francesco De Palo, edito da Albeggi Edizioni. Campeggiano sulla significativa copertina delle mani con il palmo aperto: è il gesto della mounza, una protesta-insulto divenuta simbolo della reazione alla troika e al Governo di Atene durante i giorni dei raduni in piazza, quando i greci si facevano fotografare con le mani alzate contro il Parlamento. L’opera è una fotografia della Grecia contemporanea tra scandali e degrado sociale, in netta contrapposizione a storie d’onore e di coraggio di ieri e oggi. A 10 anni di distanza dalle Olimpiadi di Atene del 2004, costate tre volte il previsto, il Paese è al collasso: stipendi, pensioni, indennità tagliate da una parte, aumento dell’IVA, delle tasse e della benzina dall’altra. Sacche di povertà che avanzano, così come la fame di chi si vede limitato persino l’acquisto di beni di prima necessità, quali pane e latte. La classe dirigente greca è riuscita a trasformare il luogo culla della nostra cultura europea in una realtà nazionale in cui oggi è tornata la tubercolosi, dove un malato di cancro può spendere fino a 7000 euro per sottoporsi a chemioterapia e qualcuno è costretto a pagare con due pagnotte il medico che lo visita. Mentre un greco su quattro vive con meno di 600 euro al mese, mentre i bambini nelle scuole di Atene si accasciano sui banchi per la fame e mentre l’incidenza di malattie infettive è aumentata vertiginosamente, i ministri e deputati evasori, che affollano la lista Lagarde, rimangono di fatto impuniti, come ha cercato di dimostrare il giornalista greco Kostas Vaxevanis, di cui nel libro si pubblica un’intervista. La “casta” ellenica continua ancora imperterrita a sprecare il denaro pubblico. E’ la politica, sostiene l’autore, che ha prodotto la voragine finanziaria che lascia l’eurozona col fiato sospeso. La stessa politica che in quel lembo di Mediterraneo tremila anni fa ha avuto origine, oggi, sta dando il peggior spettacolo della Storia. Nella Grecia in cui un giovane su due è disoccupato e l’economia diminuisce a un tasso annuale del 6,9%, non era difficile prevedere il successo di quello che ormai è il terzo partito stabile del Paese: Alba dorata. Secondo De Palo: “Il fenomeno di Xrisi Avghi in Grecia nasce principalmente dal fallimento della politica”. Nel vuoto lasciato dalla sua inefficienza, s’inserisce l’odio razziale di un movimento che sfrutta il timore causato alla crisi economica, mettendo in pratica misure antidemocratiche. Nel programma elettorale di Alba dorata c’è il trasferimento immediato dei contributi pubblici dei partiti alle famiglie greche bisognose; la creazione di un ordine di medici che curi solo cittadini greci a discapito degli stranieri; la proibizione di effettuare donazioni alla Chiesa, qualora tali soldi vengano poi destinati ad aiutare gli immigrati; il controllo a mano armata delle frontiere; la cessazione immediata del memorandum della troika; la creazione di commissioni per l’individuazione degli sprechi e le appropriazioni di denaro pubblico; un tribunale speciale per i politici che commettono reati contro la pubblica amministrazione, più la confisca dei loro beni. E poi ancora, la cessazione dei privilegi per i deputati, nonché la restrizione dei loro guadagni; la nazionalizzazione delle banche che hanno ricevuto capitali sotto garanzia del debito pubblico greco e la cancellazione del debito bancario delle famiglie greche con criteri sociali. A tutto ciò hanno dato il loro assenso, coloro che, una volta entrati nella cabina elettorale, hanno votato Alba dorata, senza pensare che quello non era un voto democratico, in quanto indirizzato ad partito violento e intollerante. Per uscire da tale situazione impietosa, occorre ripartire dalle storie di coraggio, passate e presenti, pulite, alte, che rendono onore alla terra che ha dato i natali alla filosofia, alla democrazia, alle arti e alla medicina. Ieri il coraggio con cui Leonida alle Termopili pronunciò la celebre frase “Veniteci a prendere!”, o quello di Athanasios Diakos, uno dei protagonisti della resistenza greca contro i turchi, con la sua “Nato greco, morirò greco”. Oggi quello del 22enne giocatore di basket Ioannis Antetokounmpo, di Chrissa Kouveliotou, scienziata ellenica della Nasa, di Eleni Antoniadou, premio FDM Everywoman in Technology Awards nel 2013, di Nikos Stathopoulos, importante manager greco, cervello dietro alcune delle più grandi acquisizioni degli ultimi anni in Europa. L’autore ricorda infine l’esempio di Manolis Glezos, partigiano, scrittore e politico greco, che in pieno conflitto mondiale, si rese protagonista di un gesto eclatante: salire sul Partenone e ammainare la bandiera del Terzo Reich, sostituendola con quella greca. Al di là delle idee politiche di ognuno, per il suo attivismo politico giunto sino ai tempi recenti, il nome di Glezos in Grecia fa rima con la parola coraggio. Come De Palo ricorda:- “E’ stato proprio nei momenti di maggiore crisi, quando tutto lasciava presagire che il baratro avrebbe avviluppato l’intera Ellade, che i greci hanno tirato fuori, come si suol dire in questi casi, il coniglio dal cappello”. Secondo l’autore, è da questa Grecia in crisi che occorre far partire una nuova strategia, una nuova forma di unione che non permetta più la coesistenza di un’Europa che cresce e prospera sopra le Alpi e di un’altra, quella più mediterranea, sempre più povera e genuflessa alla potenza di turno.

 

 

Sull’autore: Francesco De Palo, barese classe ’76, è giornalista freelance, scrittore e blogger. Laureato in giurisprudenza, scrive di Mediterraneo e di politica per Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Formiche, Rivista Il Mulino e dirige il magazine Mondo Greco. Profondo conoscitore della Grecia che frequenta assiduamente dal 1996, parla il greco moderno: ha seguito in loco nel 2012 le elezioni greche e il dossier troika.

 

Silvia Di Pasquale

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