Urbex: esplorare senza limiti

z“Ti sei mai chiesto cosa c’è oltre quei cancelli, dove forse il tempo s’è fermato?”.

È questo l’incipit invitante ed affascinante che ritroviamo sulla homepage di urbexita.forumfree, il primo forum italiano dedicato alla “urban exploration”, abbreviata spesso in “urbex” o “UE”.

Quella dell’esplorazione urbana è una pratica ampiamente diffusa, cresciuta vertiginosamente in particolar modo negli ultimi due anni. Gli adepti che vi aderiscono danno vita ad una categoria alquanto particolare, un po’ clandestina, un po’ socialmente scorretta: a farvi parte, uomini e donne che nella vita di tutti i giorni praticano mestieri svariati, “normali”, ma che al termine della loro giornata lavorativa, o, come spesso accade, nei fine settimana, si trasformano, per l’appunto, in esploratori urbani che non riconoscono limiti e frontiere ma solo rischi e determinazione.C’è chi è salito in cima a Notre Dame, chi è giunto sino al tetto del Sahara, un casinò chiuso a Las Vegas, e chi è sceso nelle profondità di un bunker, risalente alla Guerra Fredda, in Inghilterra.Esistono tante, troppe zone delle città del mondo interdette al pubblico, chiuse per motivi di sicurezza. C’è tanta bellezza vietata, destinata a marcire in un oblio dettato da rigidi, a volte eccessivi, protocolli ordinari determinati da paure ossessive.Il più esemplificativo prototipo della città contemporanea blindata è Londra: la City, infatti, è protetta dal “ring of steel”, un anello in acciaio costruito ai tempi dei primi attentati dell’Ira e ulteriormente fortificato dopo l’11 settembre. L’intera città si ritrova pervasa dai sistemi di sorveglianza tipici di aeroporti e dogane e ad ogni evento nuovo di fama nazionale e mondiale la corsa alle protezioni si fa spasmodica e convulsa.Come spiega Bradley L. Garrett, etnologo della California, al giorno d’oggi le città sono sempre più blindate. Sempre a Londra, lo Shard, il grattacielo di Renzo Piano ultimano pochi mesi fa, che ospita appartamenti venduti fra i 3 ed i 5 milioni di sterline, è interdetto al pubblico, fatta eccezione di una zona turistica visitabile alla modica cifra di 30 dollari, con tanto di perquisizione col body scanner. E New York non è da meno: David Byrne in persona ha lanciato un campanello d’allarme, in quanto anche la Grande Mela rischia di divenire una città-fortezza, accessibile unicamente all’1% della popolazione agiata.Ed è dalla ineguaglianza, dal divieto e dalla privazione che parte il desiderio sfrenato di esplorare tutto e di riappropriarsi degli spazi, costi quel che costi. Inclusi piccoli incidenti di percorso con la giustizia: ad una docente universitaria è capitato di essere stata arrestata nel corso di una sua lezione, mentre raccontava di come aveva attraversato la linea ferroviaria Amtrak, da San Francisco a Sacramento e ad alcuni individui londinesi è stato praticato l’ASBO (Anti Social Behaviour Order), ideato da Tony Blair per punire i comportamenti scorretti non considerabili come reati.Del resto gli urbex non intendono affatto farsi cogliere in flagrante. Ciò a cui mirano è l’ebrezza del momento, da immortalare con una fotografia o, meglio ancora, con un selfie. È questo ciò che vogliono: appropriarsi di uno spazio, godere di una vista mozzafiato in silenzio, spesso di notte, regalando emozioni forti al mondo intero, attraverso la condivisione degli scatti su social network quali Flickr e Twitter.Come è indicato in infiltration.org, la prima guida all’esplorazione urbana scritta da un giovane praticante morto 8 anni fa per un cancro, questa estrosa attività è più che altro una forma di turismo segreto che permette di avere accesso a quel mondo inedito che sta relegato dietro le quinte.Non è affatto vero che Google Maps ha dato il colpo di grazia all’epoca del piacere della scoperta. C’è tanto ancora da vedere, ci sono numerosissimi, inediti spettacoli mozzafiato che nemmeno si credeva esistessero.

 

 

Michela Graziosi

 

 

 

 

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