Uruguay: lo stato diventa pusher

download (3)Immaginate di entrare in farmacia e trovare qualcuno accanto a voi che chiede non un’aspirina, non una tachipirina, ma della marijuana. La situazione che abbiamo appena descritto, si appresta a divenire realtà in Uruguay, il primo stato pusher della storia. Comprerà la droga, ne fisserà il prezzo, la quantità e la qualità e poi si occuperà della distribuzione. Probabilmente un dollaro al grammo (la più economica al mondo) e sarà acquistabile fino a un massimo di 40 grammi al mese per individuo. Dove?  Proprio nelle farmacie, presentando una semplice tessera. Questo passo così opinabile, fortemente voluto dal presidente Pepe Mujica, il famoso politico che vive con soli mille euro al mese, non va interpretato come un atto di liberalizzazione della droga, ma piuttosto di regolamentazione. Il motivo è semplice: in Uruguay, paese con meno di 4 milioni di abitanti, duecentomila persone fanno uso di marijuana, l’8% della popolazione. Questo perché lo spinello è tollerato dalle autorità, tanto che non è difficile trovare chi si fuma indisturbato il suo faso (per l’appunto spinello), anche fuori dalle mura domestiche. Oggi il 95% della marijuana che circola in Uruguay arriva dal vicino Paraguay, il maggior produttore di cannabis del continente, sotto forma di prensado, tocchi d’erba compressa, per esempio a forma di mattone, facilmente trasportabili dai narcotrafficanti. Al fine di sottrarre a questi ultimi la possibilità di aumentare i tassi di criminalità all’interno del paese, il governo uruguaiano è pronto a sfidare il mercato nero, mettendo a disposizione dei consumatori una marijuana controllata e autorizzata dal potere centrale. Uno strano connubio tra diritti individuali del cittadino (giacché gli stranieri sono esclusi) e intervento dall’alto dello Stato. Atteggiamento già sperimentato in precedenza dal pragmatismo di Mujica, il quale ha trasformato l’Uruguay in un laboratorio politico in tema di diritti civili, per esempio rispetto alla depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza (libera nelle prime 12 settimane del processo di gestazione), alla legalizzazione dei matrimoni gay e alla legge sulla donazione degli organi, che diventa automatica a meno che non si firmi una dichiarazione per rifiutarla. Scelte che hanno reso il presidente popolarissimo non solo tra la sua gente, ma anche all’estero. D’altra parte non è la prima volta che l’Uruguay mostra il suo carattere per così dire pionieristico verso le riforme politiche e sociali. E’ stato infatti il primo paese del continente a concedere il voto alle donne, ad abolire la schiavitù e a creare una scuola laica e gratuita. Non a caso è considerato lo stato più secolare di tutto l’emisfero australe e occidentale. Tornando alla regolamentazione della marijuana, speriamo solo che tale apertura verso le droghe leggere non attiri orde di turisti incontrollati, che hanno come obiettivo principale quello di andare a fumare marijuana a volontà, perché, se è vero che la legge ne vieta la vendita agli stranieri, non escludiamo altresì che tale ostacolo possa essere aggirato facilmente dai non cittadini. Fare “magheggi” con tessere di varia natura non è infatti un vizio esclusivamente italiano.

Silvia Di Pasquale

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